Ultima lezione di Laura Thermes
19 novembre – 30 dicembre 2014
A conclusione delle trentennale esperienza accademica, la professoressa Laura Thermes tiene l’ultima lectio magistralis su “110 su 110 Archidettati Capitelli”.
Mercoledì 19 novembre in Aula Magna d’Ateneo, alle ore 16.00, il rettore prof. Pasquale Catanoso aprirà l’incontro. Dopo la lectio, sarà inaugurata la mostra ideata e curata da Marcello Sèstito per rendere omaggio alla lunga carriera universitaria di Laura Thermes.
Raccoglie le opere che architetti e artisti hanno voluto realizzare per rendere omaggio alla lunga carriera universitaria di Laura Thermes, architetto di fama che in oltre un trentennio ha svolto il suo insegnamento nell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria. (dal sito UniRC)
Capitello ravennate, scomposizione e superfici
Cara Laura, ho scelto per te il capitello che amo di più. Il fascino scintillante e policromo delle chiese di Ravenna, sintesi di un fantastico incontro tra Oriente e Occidente, trova nel singolare capitello con pulvino la sua cifra di riconoscimento che si perpetua nel tempo almeno fino al Brunelleschi, alle soglie dell’evo moderno. Ne ho compreso il ruolo di svolta tra la cultura antica e quella del Novecento dalla lettura che ne ha fatto Alois Riegl.
L’effetto statico e quello decorativo s’intrecciano qui magnificamente. Il misterioso pulvino non è una ridondanza impropria, quanto invece serve a mediare lo scarico delle forze dagli archi sulle colonne a sezione circolare. Così i motivi a foglia d’acanto stilizzato del calice del capitello vero e proprio non devono più fingere alcun compito statico e si liberano in sorprendenti linee fluide. Un merletto appiattito lo circonda, staccando col virtuosismo del traforo la decorazione dall’anima di pietra che poggia sul fusto della colonna, mentre i nastri a treccia ne avvolgono, ammorbidendoli, gli spigoli.
Ho accentuato questi procedimenti nel mio disegno, usando volutamente il negativo, leggendoli attraverso la scomposizione dell’avanguardia astratta, alludendo però anche a ciò che ne avrebbero potuto cogliere le Wiener Werkstätte.
Alessandra Muntoni
CAP VII – Omaggio a Laura
Mi hanno sempre affascinato quei momenti arcaici dove si conquista l’altezza si trasforma il fusto degli alberi in pietra si sperimenta il passaggio tra l’orizzontale e il verticale con echini il più possibile allargati si conquista l’artificio e la tecnica che allontana dalla natura si usa la geometria e l’astrazione la scomposizione degli elementi per estrarli dai sedimenti di cave lontane ricomporli e poi scomposti dal tempo gettati a terra.
Mi affascina quando ancora oggi quel cilindro sbozzato sormontato da un capitello ingrigito, corroso deformato narrante si erge solitario a puntare un blu intenso attraversato da flebili luminescenze.
Mi ha sempre affascinato di quei momenti arcaici la conquista del colore che dalla natura sale e avvolge il costruito smaterializza dialoga con le rifrazioni e il variare della luce descritte da geometrie che percorrono il tempo in campiture che vibrano.
Marcello Pazzaglini